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50 sfumature di…Solaris

Col del Jevero e Derù: l’artigianalità si sente sorso dopo sorso

Tra le 5 varietà di vini PIWI, quella che si impone sulle altre sia tra le cantine che scelgono questo tipo di vitigno, sia per quantità di uva prodotta è di certo il Solaris.

Tenuta Crodarossa non ha scelto questa tipologia di vite per i suoi filari solo per le quantità importanti di materia prima, ma anche e soprattutto per le proprietà della sua bacca bianca che presenta un elevato grado zuccherino.
Questo dettaglio rende il vino con un bouquet fruttato che ricorda a volte l’ananas o le nocciole e, al gusto, presenta una buona struttura armonica ed alcolica.

Stessa anima di uve Solaris ma due caratteri diversi hanno i due vini, Derù e Col del Jevero, di Tenuta Crodarossa.
Questi vini “cugini” provengono anche dalla medesima zona di produzione, a Borgo Valbelluna, eppure, perchè al palato e al naso spiccano così diversi sentori?

Ce lo spiega Paolo Remini, CEO e sommelier Tenuta Crodarossa:

“Pare scontato dirlo, ma la differenza tra queste bottiglie è data dal momento successivo alla vendemmia, che in Crodarossa eseguiamo rigorosamente a mano e selezionando i migliori grappoli, quando l’uva arriva in cantina per la trasformazione e l’artigianalità del vino è affidata alle mani dell’enologo”.

Prosegue: “Il Derù è uno spumante metodo Martinotti, che matura 60 giorni in autoclave e la cui precedente vinificazione avviene in bianco, mediante pressatura soffice; mentre per quel che riguarda l’IGT Veneto Col del Jevero l’iter è più complesso ed è volto ad esaltare al 100% le sfumature di sapore del vitigno Solaris anche con un affinamento di tre mesi in bottiglia”.

La magia dell’uva che attraverso la supervisione dell’enologo e i suoi artigianali processi si trasforma in vino rende quindi due prodotti, che nella loro comune partenza, dal vitigno Solaris, fanno strada verso due sapori differenti, perfetti da gustare mediante una degustazione abbinata.

Conclude Remini: “Sono entrambi vini che si adattano perfettamente al pesce: in particolare il Derù quando si assaggia un antipasto fritto o si brinda all’inizio dell’esperienza enogastronomica. Il Col del Jevero, essendo un vino più strutturato e caratterizzato da un profumo fresco che ricorda fiori bianchi, pesca, ananas, mango e erbe fresche, si abbina ad antipasti, primi leggeri e naturalmente per esaltare il gusto di importanti piatti di pescato”.